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giovedì 28 gennaio 2010

Se questo è un uomo..

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Cenza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole,
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetelo ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


"..A molti individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finchè la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo."

Primo Levi

mercoledì 23 dicembre 2009

A New York scenderò da questa nave

A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. [...] È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave". Ci rimasi secco. Fran.

Da Nocento, Baricco.

giovedì 3 settembre 2009

..non si vede bene che col cuore..

Che cosa vuol dire “addomesticare” ? chiese il piccolo principe.
“ E’ una cosa da molto dimenticata. vuol dire “creare dei legami”…
"Creare dei legami? "
"Certo, disse la volpe. Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
"Comincio a capire,disse il piccolo principe. C’è un fiore…credo che mi abbia addomesticato…"
"È possibile, disse la volpe. Capita di tutto sulla Terra…" (...)
"Che cosa bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti, rispose la volpe. In principio tu ti siederai un pò lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino…"

Il piccolo principe ritornò l’indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora, disse la volpe. Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sà quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.." (...)
"Addio",disse.
"Addio,disse la volpe.” Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi”.
"L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI ", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
Oggi ho comprato una lonely planet.
Viaggio in vista? No, semplicemente ho deciso di conoscere un po' meglio la citta' che mi ospitera' fino a gennaio, studiare i monumenti che non conosco e le strade a me sconosciute. Un po' come ho fatto a Lisbona, anche se il volume Lonely Planet di Roma ha quasi la stessa consistenza di quello dell'intero Portogallo!

domenica 28 giugno 2009

Castelli di rabbia

Jun stava con il capo appoggiato sul petto del signor Rail. Fare l'amore cosi', la notte che lui tornava, era un po' piu' bello, un po' piu' semplice, un po' piu' complicato che in una notte qualunque. C'era di mezzo qualcosa come lo sforzo di ricordarsi qualcosa. C'era di mezzo un sottile timore di scoprire chissache'. C'era di mezzo il bisogno che fosse comunque bellissimo. (..)
Dopo - dopo era come ricominciare a scrivere da una pagina bianca.

domenica 22 marzo 2009

Scambio culturale

Mia cugina non faceva altro che parlarmi del libro di Ligabue, La neve se ne frega. Mi aveva spiegato sommariamente di cosa parlava, e gia' da li' mi sembrava di scorgere delle somiglianze..
Allora facciamo uno scambio: lei mi ha prestato il libro di Ligabue, e io le ho prestato 1984 di Orwell.
Ci confrontiamo gia' 2 giorni dopo: Che ne pensi??
Tutte e 2 poco convinte: lei trovava 1984 un po' complicato, io trovavo il suo molto scopiazzato e con delle frasi fatte apposte x essere scritte sul diario delle ragazzine delle medie.
In effetti adesso che l'ho finito posso dire di non aver modificato la mia opinione, e sempre piu' convinta che il famoso piano Vidor ipotizzato da Ligabue non sia altro che una rivisitazione del piu' famoso Grande Fratello di Orwell..