venerdì 2 luglio 2010

Invictus



Qualche giorno fa la Warner mi ha gentilmente recapitato un pacchetto, contenente il dvd del film Invictus di Clint Eastwood.
Mandela è stato da poco eletto Presidente del Sudafrica e ci tiene a far sì che nel suo Paese possano vivere in armonia sia i neri, fino a quel momento vittime dell'apartheid, sia gli Afrikaner, discendenti dei colonizzatori europei. Per raggiungere questo ambizioso scopo decide di puntare sul rugby: i mondiali sono vicini e la nazionale sudafricana, per anni simbolo dell'apartheid e composta esclusivamente da bianchi (unica eccezione il nero Chester, idolo dei ragazzini neri), sembra arrancare nella sua corsa verso le qualificazioni.
L'intervento di Matiba (come Mandela viene affettuosamente chiamato dai suoi collaboratori più stretti) riuscirà a fare della squadra degli Springboks un simbolo di unione della popolazione sudafricana ma soprattutto a motivare i suoi giocatori sino alla vittoria nella finale contro i temutissimi All Blaks neozelandesi.
Matt Damon nel film interpreta François Pienaar, capitano della squadra di rugby e figlio di una famiglia bianca favorevole all'apartheid, che non vede di buon occhio l'elezione a Presidente di Mandela. Pare che anche loro alla fine cambino il loro punto di vista, tanto che alla finale viene invitata anche la domestica nera.
Il mio giudizio è nel complesso abbastanza positivo anche se il film secondo me pecca un pò di superficialità: pare quasi che l'unica preoccupazione del neo-eletto Mandela sia la squadra di rugby, mentre immagino che ci fossero altre priorità! E che dire della partita della finale, riportata quasi integralmente? Ammetto di aver aspettato con ansia la fine!
Ho apprezzato molto, invece, le scene girate nel carcere dove Mandela ha passato i suoi 27 anni di prigionia, meta di una "gita" della squadra organizzata dal loro capitano. Le scene sono accompagnate dalle parole della poesia di William Ernest Henleyche dà il nome al film, parole che avevano aiutato Mandela a sopportare la prigionia e ad accantonare l'odio e la sete di vendetta.
Le riporto in inglese:

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be For my unconquerable soul.
In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.
Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.
It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll
I am the master of my fate: I am the captain of my soul.

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