Ieri è stata una giornata abbastanza piena e interessante. Avrei voluto scrivere subito, ieri sera appena tornata a casa, ma una delle ultime scoperte è stata che quando ti dicono "Basta attaccare il cavetto USB e si connette da solo", succede sempre qualcosa di imprevisto!
Ho scoperto che quello affianco l'ufficio si chiama quartiere Coppedè, dal nome dell'architetto Gino Coppedè che iniziò i lavori nel 1913, e miscelò sapientemente vari stili: dallo stile Liberty al Barocco passando per lo stile classsico.
Ho scoperto che l'autobus n. 3, che passa da Viale Regina Margherita e arriva a Trastevere, ci mette 1 ora (traffico escluso!), ma che ne vale la pena per il percorso particolare e la vista sui Fori e il Colosseo.
Ho scoperto con piacere il Museo dell'emigrazione italiana, nato da un mesetto al Vittoriano. Tra foto, documenti e testimonianze video si racconta la storia degli innumerevoli Italiani che hanno scelto, o sono stati costretti, a ripensare una vita all'estero, per sè e la propria famiglia. Ho rivisto in quelle testimonianze la storia della mia famiglia, il lungo viaggio, i sacrifici, la discriminazione subita dalla popolazione locale, ma allo stesso tempo mi convinco che il popolo italiano ha decisamente la memoria corta.
Ho scoperto che l'idea del mio futuro non mi mette angoscia, e che sono abbastanza ottimista, nonostante tutto, e nonostante mi riconosca abbastanza nelle parole della lettera scritta da Celli.
Ho scoperto che l'idea di quella birra che vorrei proporre mi stuzzica e non mi mette l'ansia, solo voglia di passare una serata come qualche mese fa, senza complicazioni..
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