Ultimamente le mie ricerche (vuoi per realizzare il video del Laboratorio, vuoi per realizzare questa benedetta tesi) mi portano a valutare ogni giorno l'utilizzo dei social network (leggi Facebook, Linkedin, Twittter, My space, ecc..). Si impone qualche riflessione.
Quando avevo circa 18 anni andavano per la maggiore le chat tramite IRC, con canali dedicati a particolari interessi o aree geografiche. Noi avevamo #Latinaonline, un canale che riuniva quasi tutta la gioventu' di Latina. Ci si identificava tramite un nickname e questo rendeva molto piu' facile buttarsi in nuove conoscenze, fingersi qualcun altro, o essere semplicemente piu' disinibiti. Fingere, quindi? Beh, dipende. Nella maggior parte dei casi si iniziava facendo i misteriosi, ma poi ci si svelava, aiutati anche dai numerosi meeting organizzati per far incontrare tutti i chattatori e rendere possibili nuove amicizie. Ammetto di essere sempre stata diffidente degli incontri fatti in rete (ho sentito di persone che si sono innamorate tramite chat senza essersi mai viste...), ma con #Latinaonline era diverso: vuoi che alla fine Latina piu' che una citta' sembra un paese (si conoscono tutti!), vuoi che tramite i meeting ogni nickname avevo un volto, vuoi che conoscendo le persone dietro i nick tutto assumeva un altro significato.
Di amicizie ne sono nate tante, di amori anche, e la chat rimaneva il luogo dove incontrarsi, mettersi d'accordo per organizzare la serata oppure darsi semplicemente la buonanotte.
E Facebook? Ammetto di averlo conosciuto in tempi molto recenti, e precisamente durante il mio soggiorno Eramus a Lisbona. La mia prima coinquilina (italiana), da brava Erasmus presente dal primo semestre, mi aveva dato delle dritte importanti. Tra queste pareva che iscriversi a Facebook fosse "indispensabile" per avere una vita sociale tra gli studenti Erasmus di Lisbona.
Io, che lo avevo sentito nominare in rare occasioni e per lo piu' come fenomeno americano (avevo in mente soprattutto gli americani che cercavavno i loro compagni di universita') e che non avevo neanche il pc, ho snobato questa dritta senza pensarci molto.
Sono stata smentita? Pare proprio di si! Nel il mio ultimo mese di permanenza, durante il quale si susseguivano feste di despedidas, ho capito di essere stata tagliata fuori da varie opportunita'. Come lo ho capito? Una sera ho notato un via vai impressionante da un localino frequentato soprattutto da Erasmus. Poi ho capito il perche': un ragazzo italiano festeggiava la sua despedida offrendo da bere a chiunque si presentasse al bancone. "Ed io perche' non sono stata invitata?" ho chiesto al festeggiato "Eh, tu non hai facebook!", e' stata la risposta!
Tra apocalittici e integrati, da brava ex chattatrice e comunicatrice, io non posso che riconoscere i meriti e le opportunita' offerte da mezzi come questi. Forse si sta esagerando? La mia opinione e' che la novita' ha portato al boom di iscrizioni e utilizzo, che forse si smorzera' un po' con il tempo. Ma non sottovalutiamo le varie possibilita' offerte a chi lo utilizza e, soprattutto, quelle negate a chi, per vari motivi, non ne puo' usufruire.
3 commenti:
Pochi giorni fa, scrivendo su un forum di amici,
mi è capitato di fare riflessioni analoghe.
Così, per vedere come il popolo della rete sta vivendo questa migrazione di massa da IRC a Facebook,
stasera ho cercato con google "IRC vs Facebook" e ho trovato questo articolo.
Una premessa: a me Facebook non piace. In questo, lo riconosco candidamente, sono di parte.
Nei social network vedo, giusto o sbagliato che sia, un'implementazione cybernetica della "sindrome da Grande Fratello" che affligge la gente da parecchi anni a questa parte. Quell'irrefrenabile desiderio di farsi gli affari degli altri, di sbirciare foto, di commentare e al tempo stesso di mettersi in mostra a tutti i costi. Regalando a volte un'immagine di sè totalmente distorta e finalizzata a "catturare l'attenzione".
IRC mi ha accompagnato per un buon decennio e guardando alla mia lista di contatti su MSN mi rendo conto che, vecchie amicizie e colleghi a parte, essa è composta in gran parte da gente conosciuta su IRC. Che fosse per passioni condivise o semplici chiacchierate, per qualche motivo quella gente è finita sulla lista e c'è rimasta.
Tant'è, IRC ha fatto il suo tempo. Era fisiologico che accadesse. Chiunque sia sulla rete da un bel pò di tempo ha visto trascorrere svariate mode. Mi ricordo il periodo in cui giravano i banner che (in teoria) dovevano far guadagnare cliccandoci periodicamente, mi ricordo il periodo in cui tutti usavano ICQ (esisterà ancora?) e così via.
Questa invece è l'era dei social network.
Non mi ci sono ancora "piegato". Anche se a volte, mentre lavoro sui miei sistemi UNIX, ho il terrore che qualcuno sbuchi dall'uscio proponendo, con fare entusiastico e rivoluzionario, un gruppo aziendale su facebook o una riunione di lavoro su second life (brrr).
Ma c'è una domanda che inevitabilmente tocca porsi e che mi sembra tu abbia ben colto.
La refrattarietà (o il semplice disinteresse) nei confronti del nuovo che avanza, discutibile o meno che sia, non comporterà lo spiacevole effetto collaterale di restare dietro la cresta dell'onda?
Per il momento ho rimandato la formulazione di una risposta.
O forse sto solo aspettando che passi anche questa moda, chi lo sa.
Penso sia proprio cosi: secondo me non aderire a queste tendenze solo per la paura di piegarsi ad una moda puo' portare a perdere alcune occasioni..
Ancora adesso alcuni amici mi chiedono: "ma a che serve Facebook? A ritrovare vecchi amici? be' se li hai persi di vista un motivo ci sara', perche' rintracciarli?".
Naturalmente domande del genere sono abbastanza ingenue, e non colgono le potenzialita' di tali strumenti. Poi ognuno e' libero di fare le proprie scelte ;)
Su Facebook, dipende anche dall'uso che una persona ne fa, io ho ritrovato delle persone che mi ha fatto piacere ritrovare e anche non parlandoci tutti i giorni sono sempre aggiornata su quello ke fanno nella vita! Cmq LatinaOnLine rimarrà sempre nel mio cuore!!
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